Cliccando sul pulsante "Accetta tutti i cookie": l’utente accetta di memorizzare tutti i cookie sul suo dispositivo.
Cliccando su "Impostazioni cookie": l’utente sceglie le tipologie di cookie che saranno memorizzate nel suo dispositivo.
La didattica ambientale supporta e integra lo svolgimento delle normali attività scolastiche negli istituti primari e secondari attraverso programmi e progetti che sono offerti e concordati con il personale docente con largo anticipo rispetto all'inizio dell'anno scolastico. Nella Regione Marche, come in molte altre regioni italiane, l'educazione ambientale è affidata al sistema regionale dei Centri di Educazione Ambientale, che sono a tale scopo finanziati.
Il Centro Educazione Ambientale Parco di Fontescodella del Comune di Macerata, gestito da Risorse Cooperativa fa parte del sistema regionale, e costituisce il fulcro e la sede operativa delle iniziative progettuali. Il CEA di Fontescodella è una struttura di proprietà del Comune di Macerata realizzata completamente con le tecniche costruttive della bio-edilizia e dotato di un impianto fotovoltaico e geotermico, quest’ultimo finanziato con il contributo della Regione Marche, rappresentando dal punto di vista energetico e dell’impatto ambientale un esempio assolutamente virtuoso.
La peculiare specializzazione sull'ambiente urbano (ciclo dei rifiuti, risparmio energetico, mobilità sostenibile, riciclo e riuso, etc.), la disponibilità di una struttura innovativa e paradigmatica come l'aula didattica del Parco di Fontescodella, e una consolidata esperienza progettuale e pedagogica rendono possibile la realizzazione di iniziative didattiche e azioni di sensibilizzazione non ridotte a semplici eventi informativi, bensì volte alla promozione di cambiamenti effettivi negli atteggiamenti e nei comportamenti sia a livello individuale sia collettivo, aumentando, non solo nelle giovani generazioni, il senso critico e la consapevolezza ambientale.
Risorse promuove azioni rivolte allo sviluppo della mobilità sostenibile, con progetti operativi di mobilità (pedibus, car-pooling, piste ciclabili, bike-sharing), con l’attività didattica per bambini e con seminari rivolti ai principali stakeholders del territorio: Scuole e Università, Enti Pubblici e Amministrazioni Locali, Aziende Private e Municipalizzate.
Il Pedibus è un servizio di accompagnamento a piedi dei bambini delle scuole. L’accompagnamento a scuola dei bambini era una pratica del tutto normale fino a qualche anno fa, oggi purtroppo essa è stata abbandonata per varie ragioni e sostituita prevalentemente dall’accompagnamento con l’autovettura privata. Gli spostamenti casa scuola da e per i plessi delle scuole primarie sono dunque diventati un significativo fattore di congestione veicolare in aree peraltro molto sensibili quali quelle immediatamente prossime agli edifici scolastici.
- Riduzione dell’inquinamento atmosferico legato all’uso improprio o comunque eccessivo dell’autovettura privata.
- Acquisizione da parte dei bambini di capacità autonome di gestione e valutazione dell’ambiente urbano grazie all’attività di educazione stradale e alla pedonalità consapevole che precedono la realizzazione materiale del servizio.
- Acquisizione da parte dei genitori della necessaria consapevolezza circa tutte le conseguenze dell’uso dell’autovettura privata.
- Miglioramento della sicurezza stradale/pedonale in conseguenza delle osservazioni e proposte che precedono e seguono lo svolgimento del Pedibus.
- Svolgimento di attività motoria quotidiana per i bambini.
- Integrazione interculturale come conseguenza diretta della socializzazione determinata dal percorrere il tragitto casa scuola a piedi insieme da parte di bambini di provenienze diverse.
- Integrazione e incontro intergenerazionale come conseguenza della partecipazione volontaria al progetto di nonni dei bambini come accompagnatori e operatori per la sicurezza stradale in prossimità degli edifici scolastici.
- Ausilio alle esigenze organizzative delle famiglie che hanno difficoltà a prendere i bambini a scuola.
- Promozione dell’utilizzo di mezzi eco-compatibili e scoraggiamento dell’utilizzo dell’auto da parte dei genitori, attraverso il miglioramento della percezione di maggiore sicurezza da parte di adulti e bambini.
La nostra quotidianità, ormai permeata da comportamenti e modelli culturali fondati sul consumismo, contribuisce a creare una situazione di diffusa incertezza per le generazioni future, mettendo in pericolo l’equilibrio dell’intero ecosistema. L'impronta ecologica ha iniziato a superare intorno al 1980 la capacità di carico della Terra e la supera attualmente del 20%, secondo il Rapporto sui limiti dello sviluppo e successivi aggiornamenti, “se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro i prossimi cento anni”.
Una delle problematiche più diffusa è quella della produzione di enormi quantità di rifiuti da smaltire. La Direttiva quadro sui rifiuti del Consiglio Europeo 2008/98/CE, pone particolare enfasi sulla prevenzione, confermata al vertice della gerarchia degli interventi in materia di rifiuti, e promuove il riutilizzo, come principio fondamentale per la riduzione dei rifiuti attraverso il prolungamento del ciclo di vita dei prodotti.
Il nocciolo della questione riguarda ancora una volta l’aspetto educativo. Infatti, anche se l’apertura e l’interesse che la società mostra rispetto alle tematiche ambientali è da salutare positivamente, non bisogna confondere tale predisposizione con la reale modificazione degli stili comportamentali scorretti. Educare non significa solo trasmettere concetti e valori, ma anche realizzare azioni concrete, che costituiscono i paradigmi per un effettivo sviluppo culturale e reale in linea con i principi della sostenibilità.
La creazione di un Centro del Riuso e la sua corretta gestione, rientrano fra quegli interventi in materia ambientale capaci sia di effetti pratici legati alla riduzione dei beni che entrano nel ciclo dei rifiuti e al riutilizzo degli stessi anche per finalità sociali, sia di effetti educativi direttamente o indirettamente promossi attraverso le attività svolte dalla struttura.
Gestionale cloud per Centri del riuso
Per arricchire l'offerta e potenziare il servizio abbiamo sviluppato, insieme all'azienda di software Sistema 3, CDRi Manager: il primo software con tecnologia cloud appositamente creato per la gestione completa e ottimizzata del Centro del Riuso pubblico o privato.
Un Centro del Riuso performante, che raggiunge gli obiettivi qualitativi e quantitativi prefissati, è frutto non tanto delle buone intenzioni, quanto di un’efficiente organizzazione e un’efficace gestione operativa nel cui cuore si trova il software gestionale.
Per molti anni si è realizzato lo smaltimento delle attrezzature informatiche (hardware) senza troppe preoccupazioni. In effetti per decenni questo tipo di rifiuto, pur essendo qualitativamente difficile da smaltire, è stato tenuto sotto controllo, trattandosi tutto sommato di gestire quantità relativamente modeste. Negli ultimi 15 anni questi oggetti sono passati da bene di lusso a bene di consumo diventando così una costante sia nel lavoro che nella vita privata.
La nuova situazione, oltre ai chiari effetti economici, ha un costo sociale correlato allo smaltimento. I personal computer hanno un valore residuo che viene perso, non usato; poi dobbiamo sostenere i costi di smaltimento chimico e alla fine le eventuali conseguenze sanitarie. Così nasce l'idea del riuso, primo vero passo verso il riciclo.
Secondo la legge, l'apparecchiatura informatica dopo cinque anni dall'acquisto ha valore inventariale nullo, e quando non è più in uso deve essere dismessa: le amministrazioni dello Stato devono procedere alla vendita attraverso il Provveditorato generale dello Stato, mentre le altre amministrazioni possono fare da sé; se non si trova acquirente, possono essere cedute a scuole o associazioni che le richiedano; se tutto ciò non è possibile vanno smaltiti nel rispetto della legge ambientale.
Il Trashware consiste essenzialmente nel recupero di personal computer obsoleti prima che entrino nel ciclo dei rifiuti, rendendoli nuovamente utilizzabili attraverso piccole riparazioni ed installazioni di software liberi ed open-source. Questi ultimi, essendo meno esigenti intermini di prestazioni hardware, consentono di prolungare la vita utile dei personal computer.